LA PRIORITA’ DELL’ISTRUZIONE PUBBLICA: riformare la Scuola alla radice, iniziando dalla “media” che dai 3 anni attuali dovrebbe passare a 5. Alle superiori, fino al diploma, si frequenterebbero solo gli ultimi 3 anni nei diversi indirizzi.


 —  Agenzia di Stampa Agim  —

 

A cura di Giuseppe Stella – Non ci crederete, ma nessuno finora ha pensato DA DECENNI E DECENNI IN QUA a realizzare una riforma radicale e strutturale della nostra Scuola. Dall’istituzione della famosa media unica dell’obbligo del 1963 però di acqua ne è passata MOLTA  sotto i ponti, eppure quella riforma ha soppresso di colpo le cosiddette scuole classiche dove, dopo le elementari, si studiava anche il Latino, ma anche quelle di avviamento (commerciale, meccanica, elettrotecnica…) che davano la possibilità ai ragazzi di scegliere sin dal primo anno delle medie l’indirizzo voluto (da loro o… da genitori ed amici). Poi c’era per questi indirizzi un biennio di scuola di perfezionamento (soprattutto per la meccanica, specializzazioni che facevano raggiunge agli studenti la qualifica di tornitori specializzati, rettificatori e via dicendo). Erano scuole pratiche e le materie vertevano su programmi indirizzati alla comprensione manuale delle macchine e delle apparecchiature di lavoro di allora. C’era già IN QUEL TEMPO il concetto di scuola collegata al mondo del lavoro.

La media unica dell’obbligo era di soli tre anni (sia la classica che quella di avviamento al lavoro). Ora si completa al raggiungimento dei 16 anni (prima e seconda superiore), ma chi non raggiunge questo traguardo, non consegue neppure il diploma della scuola dell’obbligo e rimane a metà strada, senza arte e né parte, visto che ulteriori scuole di formazione non ve ne sono quasi più.

Da qui l’aumento notevole degli abbandoni scolastici incentivato dal fatto che l’attuale scuola obbligatoria è alquanto costosa. Qui in Sicilia ad esempio i libri di testo si pagano. I genitori spendono per per questo intorno ai 250 euro l’anno e ricevono un “ristoro” di soli 40 euro. Poi ci sono quaderni di ogni tipo e per le varie discipline, diari costosi, zainetti, attrezzi per la Tecnica e per l’Arte,  fogli da disegno di ogni tipo. Insomma, la scuola dell’obbligo è diventata costosissima e non tutte le famiglie vi possono più accedere. Restano dunque fuori dal processo educativo le fasce più deboli ed economicamente disagiate con grandi violazioni del diritto allo studio che si è ottenuto con decenni e decenni di lotte sociali.

Altro aspetto dell’attuale scuola: nella media ci sono ben 13 materie con altrettanti libri. Alcune ne hanno persino due o tre. Spesso tali libri vengono usati a sproposito, si studiano pochissime pagine e i libroni sembrano addirittura testi universitari e burocratizzati al massimo (ma le Editrici devono lucrare); dei quiz all’interno, e per ogni argomento, non parliamo neppure. Eserciziari che negano la creatività dei fanciulli e anzi la mortificano, domande che sembrano indovinelli o giochi che non stimolano la fantasia ma la ghettizzano. Per non parlare dei programmi, da rivedere alla radice e da semplificare perché a scuola tutti i ragazzi devono capire le lezioni che vengono loro spiegate e per far questo è necessario usare linguaggi molto più appropriati e semplici, accessibili a tutti. Occorre che anche in tale campo si faccia una bella riforma radicale. Per non parlare dei compiti: un dramma. Dopo 6 ore di scuola, i bambini vengono a casa stracarichi di esercizi delle varie materie e occorrono circa 4 ore, se bastano, per svolgerli. Un arduo lavoro che deprime famiglie e bambini i quali hanno anche diritto allo svago e al riposo, alle relazioni sociali coi compagni e alle passeggiate con la famiglia.

La scuola è tutta da riformare in tal senso. E quello che ho scritto è ancora poco. Un’ultima chicca: l’aggiornamento dei docenti e l’alfabetizzazione informatica, che non vuol dire l’uso del cellulare, che è  ben poca cosa perché viene usato come un giocattolo per tutti, sono indispensabili per i maestri e i professori.

Gli insegnanti dovrebbero fare corsi di pedagogia e psicologia ogni anno per apprendere nuove tecniche (pratiche) d’insegnamento e motivarli meglio al loro lavoro, ad un maggiore impegno e alla produzione ottimale di istruzione e cultura. Luglio è il mese di pausa? Tali corsi, riguardanti anche la disciplina insegnata, dovrebbero ricadere in tale periodo. Dimenticavo una cosa: nei due anni in più della media attuale di cui si è anzi parlato sarebbe necessario insistere sui principi focali dell’orientamento scolastico, cosa importantissima e fondamentale. Non è più possibile che si studi per una disciplina e poi si vada a fare un lavoro che non c’entra nulla con ciò che si è appreso tra i banchi.

Così facendo la scuola si trasformerebbe alquanto: altro aspetto importante è quello riguardante le valutazioni. Chi scrive, nel corso di circa 40 anni d’insegnamento tra scuole medie e superiori di mezza Italia ha constatato che i ragazzi che a scuola prendevano voti mediocri, poi all’università si laureavano col massimo e la lode e intraprendevano carriere luminose in settori diversi da quelli per i quali avevano studiato o anche negli stessi campi. Dunque, sarebbe meglio abolire le valutazioni nella scuola dell’obbligo perché i giovani in via di formazione a volte sviluppano capacità con la fine della prima adolescenza e anche oltre.

E’  capitato a mio figlio: diploma di terza media con sufficienza (anche nella lingua Inglese) e poi laurea col massimo dei voti e traduttore parlato e scritto d’Inglese. C’è qualcosa che non quadra. E in Inglese prendeva già 8-9 e dieci nella prima superiore. Quindi la professoressa d’inglese della media non gli aveva insegnato nulla… o non aveva capito niente del ragazzo e delle sue reali potenzialità.

In Danimarca i ragazzi, fino al diploma, non ricevono alcuna valutazione e l’esame è solo un colloquio informale per verificare come gli studenti riescono ad affrontare un dialogo. Noi qui, antichissima civiltà, che abbiamo fatto la storia, ci stiamo perdendo in un bicchiere d’acqua. E’ l’ora di ripartire, l’Italia non può più aspettare che si faccia notte…

Articoli simili